giovedì 23 ottobre 2008

Che polverone ministro dell’istruzione


Da qualche settimana è montata la protesta per questo e quel provvedimento con il risultato che i vari movimenti studenteschi, degli insegnanti e dei genitori sono scesi e stanno scendendo in piazza.

La controffensiva mediatica del governo è puntualmente arrivata facendo passare pacifici cortei di mamme e bambini per facinorosi o più caldi cortei studenteschi universitari per estremisti.
Lo spettacolo nei TG o nei salotti addestrati della televisione è fantastico ho visto fare domande alle mamme con i bambini al seguito del tipo: Ma perché lei protesta contro la legge 133?
Ho visto fare domande agli universitari: Ma perché protestate contro la Gelmini, la riforma riguarda solo le scuole elementari?
Ho visto fare domande agli uni ed agli altri sul perché si manifestasse contro sull’emendamento Brunetta contro la stabilizzazione dei precari.
E così via… il tutto per screditare la protesta dell’uno o dell’altro.

Si mette in discussione ad esempio che una mamma di un bambino alle elementari possa manifestare contro la probabile privatizzazione delle università pubbliche solo perché mancano 10-15 anni al momento in cui suo figlio ne avrà bisogno.
Si mette in discussione che un universitario possa manifestare contro una legge che impoverisce la scuola elementare solo perché lui non ha figli alle elementari.

Tutta questa strategia mediatica tende a dividere gli uni dagli altri in modo tale da screditarli più facilmente agli occhi dei “reality show dipendenti”.

E tutto questo senza entrare mai in un vero confronto a cui si risponda a delle vere domande quali ad esempio:Si dice che le ore del tempo pieno aumenteranno, ma ci sarà il maestro unico, quindi chi le coprirà? Vi saranno costi aggiuntivi? Chi li pagherà? Nelle ore pomeridiane verranno aggregati i corsi di lingue, musica ecc.? Verranno fatti a pagamento o compresi nei vari POF?
Si dice che la possibilità del passaggio a fondazioni per le università sia una opportunità, ma chi garantisce che ad esempio che anche facoltà umanistiche, meno appetibili dagli sponsor, rimangano competitive dal punto di vista della formazione, delle strutture delle prospettive? Chi garantisce che la drastica riduzione dei finanziamenti non si traduca in un aumento considerevole delle tasse di frequenza?
Sono state bloccate le stabilizzazioni dei precari o perlomeno nessuno (tranne i politici) sa che cosa capiterà dal primo di gennaio quando migliaia di persone rimarranno senza lavoro, e badate bene che non stiamo parlando di fannulloni ma di gente che lavora (e ve lo dico per conoscenza personale della cosa) al posto e per conto dei cosiddetti fannulloni.
Vi sono in moltissimi uffici pubblici, nella quasi totalità delle università interi servizi, intere aree in cui il numero dei dipendenti è costituito da oltre il 70% di precari, cosa succederà dal 1° di gennaio prossimo? Che ne sarà dei servizi offerti da questo o quell’ufficio pubblico?

La finisco qui e cito la solita frase: Loro non molleranno mai, noi NEPPURE !

Nessun commento: